TINA  LUPO  procede alla maniera degli antichi, in quanto il disegno rappresenta per lei l’iniziatica realizzazione di un dipinto immaginifico, dove la narrazione visiva si svolge in un contesto sapienziale. La mirabile esecuzione grafica mostra la preziosità segnica e pittorica dell’autrice, e ci appare come opera di per se chiusa e conclusa.  Il minuzioso e magistrale tratteggio è rigoroso, e rimanda alle volumetrie plastiche e alle perfette proporzioni spaziali dell’arte rinascimentale. Penna biro e matita sono i mezzi primari di visioni arcane , enigmatiche, e tuttavia stranamente riconoscibili - e persino inquietanti - in quanto appartengono alle forme archetipiche che popolano il nostro universo onirico.


                      Testo  di Paolo Levi – (tratto dal volume “la gioia dell’opera su carta“

                                                            - Sangiorgio Arte Editore-2019)

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